Wilson Joliet

It's Not Dark Yet.

giovedì, febbraio 02, 2006

"Thank you for sending me an angel" ovvero: L' Incredibile Verità Inaspettatamente Accessibile

Era una sera come un'altra.
Niente di strano
nel mondo attorno al protagonista.
Fine estate,
le giornate che si accorciavano,
la temperatura che scendeva,
ecc... ecc....
Tutto ciò che normalmente succede alla fine di un'estate.
Ciò che era
diverso dal normale
era proprio lui:
il protagonista.
O meglio, era la sua anima ad essere diversa,
stranamente ricettiva e assai più attenta,
piena zeppa di ferite
autoinfertesi con slancio.
Ma non era solo la sua anima
ad essere diversa,
a volere ancora
precisare ulteriormente.
Anche il suo corpo sfuggiva alla routine.
Un minimo cambiamento
di tensione dentro l'aria
lo investiva come un' onda
violenta ed improvvisa.
L'oscurarsi del sole
da parte di una nuvola
era il presagio di una catastrofeimminente.
Si sentiva un po' come credeva
ci si dovesse sentire
il giorno antecedente
alla fine del mondo.
Insomma il nostro amico non stava molto bene.
Ciò che non sapeva era che un virus,
una forza biologica e potente
si era impossessata del suo corpo,
ed ora lo stava lentamente
mangiando dall'interno.
un processo inesorabile,
minuzioso ed implacabile,
che assai alla svelta avrebbe portato
una morte inevitabile.
Il virus aveva un nome
"La sindrome da Fuga dalla Verità e dalla Vita",
chiamato anche "Barùz",
non per un motivo
speciale oppure medico,
solo perchè così
pareva più simpatico
e meno preoccupante.
Il nostro eroe era in verità
all'ultimo guizzare
della sua candela personale.
Tempo 24 ore e si sarebbe tagliato i polsi seduto sul cesso.
Sarebbe fuggito dalla verità e dalla vita.
Anzi, a quanto afferma nelle sue dichiarazioni,
riportate da una medium,
pare fosse gia seduto
con il coltello in mano
al momento in cui successe
il sensazionale fatto
di cui voglio narrare.
Poggiò la lama sulla pelle
strinse gli occhi i denti e il culo
pronto a darci un taglio netto.

...

E poi tutto cio che stava intorno
svanì in una nuvoletta
come quella che si forma quando aprite
la busta del pandoro.
Il coltello, il cesso, la voglia di morire
erano ormai solo un ricordo,
ora c'era solo lei
coi suoi che brillavano nel buio
col suo sorriso timido
ed in lontananza quel suono tanto forte e tanto dolce
uno spiegarsi di possenti ali.
Era nuda, questo lo ricordava bene,
un corpo che riusciva
a commuoverti e arraparti
con la stessa intensità
e nel medesimo momento.
Non capiva veramente
come diavolo si fosse
ritrovato in quella briciola di cosmo
a galleggiare in mezzo al nulla
con quell'apparizione.
Capì invece chiaramente
che per tutta la sua vita
non aveva mai capito un tubo.
Le disse "Guardami negli occhi!
"Guardami, ti prego! Ho bisogno che mi guardi!"
Lei lo fece,
quelle ali gigantesche battevano impazzite,
ed il cuore del ragazzo prese fuoco,
e lui dopo il suo cuore,
e lei dopo di lui,
finchè non ci fu nient'altro
che una sola e grande fiamma
che girava e poi girava e poi girava
e che si elevò nel cielo
e partì alla scoperta di mondi sconosciuti.
quell'angelo lo aveva preso
salvato
portato lontano dai confini
del regno di Reina Reininger.