ULTIMO VENNE IL VENTO
E per ultimo arrivò il vento
a spazzare via le bricioline luccicanti della sua anima di cristallo ridotta in polvere
un tempo era stata bella inutile e pacchiana come uno swarowsky
una piccola armonia di spigoli imprendibili, taglienti, affascinanti.
Ora, dopo il passaggio di Mary Gigante, non restava altro che polvere,
una polvere luminosa, dai colori d’arcobaleno.
Mary vagava sulle mappe dei corpi, entrava in uno stato e poi in un altro,
stravolgendo geografie di uomini e di donne, ma soprattutto uomini.
Un’ ingresso, un sorriso, ed una scogliera crollava per lasciare posto ad un deserto o ad un lago salato o dolce a lei non importava.
Geologie mutate, carbone trasformato in fango e calcare in diamanti.
E come costante una vena d’argento in ogni cosa.
Mary, chilometri di ciniglia che avvolgevano il suo corpo, scarpe tacco a spillo nere grandi quanto una nave transatlantica.
Un gigante.
Una donna.
Una catastrofe.
Vagava Mary, vagava e poi tornava a passare su di lui.
Raccontava storie, accendeva fuochi, si sdraiava per dormire riscaldando ogni cosa col suo fiato.
E poi ripartiva.
E venne un giorno che Mary capì d’amare quell’anima affilata.
E così divenne pazza perchè Mary era, come tutti i giganti, pazza dalla nascita.
Solo che non lo sapeva.
Entrò nel suo paese, nella sua città, nella sua stanza.
Lo prese tra le dita, lo guardò negli occhi.
Gli sussurò “Tu non sei niente” e lo posò per terra.
Poi iniziò a danzare, pestando i piedi in terra cominciò a cantare.
Tutto si agitava, tutto tremava, tutto era rivolta.
Esplose, lui, sbriciolandosi
Nella luce creò uno sbuffo di milioni di puntini luminosi.
Fu un bello spettacolo, davvero. Da biglietto ad alto costo.
Lei sorrise, fece “Wooops!” divenne rossa e uscì di casa.
Della polvere di lui s'appiccicò alle di lei vesti e girò il mondo e fu felice.
Il resto...
il resto rimase lì.
Qualcuno cercò di sniffarlo, ma la polvere si ribellò distruggendo i pippatori.
Qulacuno cercò di adorarlo, ma non ne ottenne niente e lasciò perdere.
Altre cose.
E per ultimo arrivò il vento,
e di lui rimase solo una traccia, nascosta nell’aria,
che forse,
un giorno e per un attimo
percepiremo ancora.
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