Wilson Joliet

It's Not Dark Yet.

mercoledì, febbraio 15, 2006

i fumetti dell'omino - parte 4°

i fumetti dell'omino - parte 3°

I fumetti dell'omino - parte 2°

I fumetti dell'omino - parte 1°

martedì, febbraio 07, 2006

Che coss'è l'ammor? - parte 3°

"L'amore non accorda, e meno ancora deve farsi capire; esso dà, ed è felice di quel che dona".

Alphonse Karr

giovedì, febbraio 02, 2006

Che coss'è l'ammor? - parte 2°

A te, angelo mio...
per ogni volta che ti vedo volare via...






You're Going Away again
It's Almost As If You Never Came

I'm tired and helpless
And Midnight's here
Leave Me Something
Something That Will Make Me Smile

Someone Is Calling From The Den
"When Does Survivor Come Home"
I Hear The Car Door Slamming
Footsteps On The Gravel Drive

Take Me With You
Take Me Away
Leave Me A Piece Of A Lifetime

Journeys Of A Lifetime
Leaving From Here
Travelling The Edges
Like Footsteps On A Gravel Drive

"Thank you for sending me an angel" ovvero: L' Incredibile Verità Inaspettatamente Accessibile

Era una sera come un'altra.
Niente di strano
nel mondo attorno al protagonista.
Fine estate,
le giornate che si accorciavano,
la temperatura che scendeva,
ecc... ecc....
Tutto ciò che normalmente succede alla fine di un'estate.
Ciò che era
diverso dal normale
era proprio lui:
il protagonista.
O meglio, era la sua anima ad essere diversa,
stranamente ricettiva e assai più attenta,
piena zeppa di ferite
autoinfertesi con slancio.
Ma non era solo la sua anima
ad essere diversa,
a volere ancora
precisare ulteriormente.
Anche il suo corpo sfuggiva alla routine.
Un minimo cambiamento
di tensione dentro l'aria
lo investiva come un' onda
violenta ed improvvisa.
L'oscurarsi del sole
da parte di una nuvola
era il presagio di una catastrofeimminente.
Si sentiva un po' come credeva
ci si dovesse sentire
il giorno antecedente
alla fine del mondo.
Insomma il nostro amico non stava molto bene.
Ciò che non sapeva era che un virus,
una forza biologica e potente
si era impossessata del suo corpo,
ed ora lo stava lentamente
mangiando dall'interno.
un processo inesorabile,
minuzioso ed implacabile,
che assai alla svelta avrebbe portato
una morte inevitabile.
Il virus aveva un nome
"La sindrome da Fuga dalla Verità e dalla Vita",
chiamato anche "Barùz",
non per un motivo
speciale oppure medico,
solo perchè così
pareva più simpatico
e meno preoccupante.
Il nostro eroe era in verità
all'ultimo guizzare
della sua candela personale.
Tempo 24 ore e si sarebbe tagliato i polsi seduto sul cesso.
Sarebbe fuggito dalla verità e dalla vita.
Anzi, a quanto afferma nelle sue dichiarazioni,
riportate da una medium,
pare fosse gia seduto
con il coltello in mano
al momento in cui successe
il sensazionale fatto
di cui voglio narrare.
Poggiò la lama sulla pelle
strinse gli occhi i denti e il culo
pronto a darci un taglio netto.

...

E poi tutto cio che stava intorno
svanì in una nuvoletta
come quella che si forma quando aprite
la busta del pandoro.
Il coltello, il cesso, la voglia di morire
erano ormai solo un ricordo,
ora c'era solo lei
coi suoi che brillavano nel buio
col suo sorriso timido
ed in lontananza quel suono tanto forte e tanto dolce
uno spiegarsi di possenti ali.
Era nuda, questo lo ricordava bene,
un corpo che riusciva
a commuoverti e arraparti
con la stessa intensità
e nel medesimo momento.
Non capiva veramente
come diavolo si fosse
ritrovato in quella briciola di cosmo
a galleggiare in mezzo al nulla
con quell'apparizione.
Capì invece chiaramente
che per tutta la sua vita
non aveva mai capito un tubo.
Le disse "Guardami negli occhi!
"Guardami, ti prego! Ho bisogno che mi guardi!"
Lei lo fece,
quelle ali gigantesche battevano impazzite,
ed il cuore del ragazzo prese fuoco,
e lui dopo il suo cuore,
e lei dopo di lui,
finchè non ci fu nient'altro
che una sola e grande fiamma
che girava e poi girava e poi girava
e che si elevò nel cielo
e partì alla scoperta di mondi sconosciuti.
quell'angelo lo aveva preso
salvato
portato lontano dai confini
del regno di Reina Reininger.

mercoledì, febbraio 01, 2006

Che coss'è l'ammor?




[...]
In shivering night,
The searching of the river continued.

The bullet of searchlight,
That searchlight found her so cockleshell and sure,
Sick and tired of what she saw,
But cockleshell and sure.

Sure of what the world had offered a tired soul.
From Istanbul to Madrid,
From Reykjavik, to Bonn,
To Leipzig, to Leningrad,
To Shanghai, Pnonm Penh,
All so that it would be a stronger world
A strong though loving world to die in.

Accendi il lume, Fred!

"Accendi il lume per favore!", disse il piccolo essere che strisciava lungo il muro della camera da letto.
Fred eseguì la supplica insopportabilmente gorgogliata.
Il piccolo mostro bastardo aveva una gran paura del buio e se avesse lasciato spento, presto avrebbe iniziato
a frignare in un angolo lasciando in terra una pozza sudicia e puzzosa di liquami bianco verdi trasparenti.
E fu così che Fred accese il lume.
E questo lo mise in condizione di notare che lungo la parete est della sua stanza,
correva una gran crepa da un angolo al suo opposto.
Fred disse "Vieni qui un momento!".
La schifezza che strisciava disse "Dici a a me?".
Fred rispose "Con chi cazzo altro potrei avere da parlare, sgorbio muffo andato a male?".
Con un sorriso mal celato la schifezza corse, se così possiamo dire, sopra il letto del suo amico.
Fred gli disse "Guarda un poco quella crepa, sgorbio, non ti sembra preoccupante?".
Ed il viscido rispose "Non saprei Fred, bello mio, non saprei proprio che dire. Tu che dici eh che dici?".
Fred rispose calmo, accendendosi una paglia.
"Mi sa che è meglio levarsi dai coglioni. Una crepa è sempre una fottuta crepa.".
"E mi porterai con te?", disse il viscido abortino,
con gli occhioni macilenti che brillavano d'amore.
Fred lo guardò per un istante che sembrò durare eterno,
in cui fece un po' di conti
sugli ultimi tre anni
calcolando che oramai
lo sgorbietto malcagato
era da un gran bel po' di tempo
che strisciava in quella casa,
ed in fondo al vecchio Fred non lo amava più nessuno,
perchè era uno di quei tipi
che ti portano in rovina,
mago diavoli e cazzate,
e tutti quelli che vicini gli eran stati
ora erano a dar pasto a qualche verme
o a muffire in qualche cella di stregoni
incazzatissimi e bastardi.
E disse "Certo!", disse Fred.
"E' sicuro amico mio. Io e te siamo una squadra dopo tutto!"
Si addormentarono abbracciati, soddisfatti e sorridenti.
All'alba lasciarono la casa e di loro,
nella citta di Reina Reininger,
non si ebbe più notizia.